La tecnica per le “art photo”

Nato con la fotografica chimica Paolo Grassi ha utilizzato in passato per le riprese pellicole in bianco e nero 35mm e successivamente pellicole invertibili a colori 50 e 100 ISO (del tipo 35 mm e 120) per poi passare nel 2003 alla fotografia digitale.

Le pellicole bianco e nero sono sempre state personalmente sviluppate e stampate con rivelatori chimici e procedimenti adattati alle specifiche esigenze, ad esempio per ottimizzare il contrasto o per effettuare riprese in condizioni di luci molto basse.
Le pellicole invertibili 35 mm e 120 (in particolare 6×7 Cm) sono state in passato sviluppate e successivamente stampate su “Cibachrome” da laboratori di stampa specializzati.

Con l’introduzione della fotografia digitale l’artista ha provveduto a digitalizzare parte del materiale inedito realizzato su pellicola per proporlo in stampa in edizione limitata.
Attualmente fotografa quasi esclusivamente con apparecchiature di tipo digitale ed esegue alcune immagini su pellicola 120 formato 6×7 cm. L’unico accorgimento utilizzato in fase di ripresa è l’adozione in taluni casi di un filtro polarizzatore per esaltare alcuni elementi del soggetto (in particolare per i panorami e le opere di architettura). In fase di post-produzione l’unico intervento eseguito sulle art photo è quello di adattamento del gradiente di contrasto al metodo di stampa utilizzato.

Le opere fotografiche -art photo- sono stampate oggi direttamente dall’artista con un particolare procedimento completamente manuale denominato resino-pigmentype in grado di fornire plasticità e durata alla fotografia su carta. Tale procedimento di stampa fotografica è derivato da un antico metodo, la resinotipia o resinopigmentipia. Tale sistema, utilizzato nel secondo decennio del ‘900, consente l’esecuzione di stampe sempre uniche e diverse l’una dall’altra grazie all’ampio intervento manuale.

 

The technique for the “art photo”

Born with the chemical photography Paolo Grassi has used in the past to shoot 35mm black and white films and then inverted 50 and 100 ISO color films (of the 35mm and 120mm type) and then moved to digital photography in 2003.

The black and white films have always been personally developed and printed with chemical detectors and procedures adapted to the specific needs, for example to optimize the contrast or to shoot in very low light conditions.
The reversible 35 mm and 120 films (in particular 6×7 cm) have been developed and subsequently printed on “Cibachrome” by specialized printing laboratories.

With the introduction of digital photography, the artist proceeded to digitize part of the unpublished material made on film to propose it in a limited edition print.
He currently photographs almost exclusively with digital equipment and performs some images on 120 film. The only precaution used in the recovery phase is the adoption in some cases of a polarizing filter to enhance some elements of the subject (in particular for the panoramas and architectural works). During post-production, the only intervention performed on art photos is to adapt the contrast gradient to the printing method used.

The photographic works -art photo- are printed today directly by the artist with a special, completely manual procedure called resino-pigmentype, able to provide plasticity and durability to photography on paper. This photographic printing process is derived from an ancient method, the resinotipia or resinopigmentipia. This system, used in the second decade of the ‘900, allows the execution of prints that are always unique and different from each other thanks to the ample manual intervention.

 

 

Art photo. Scultura in marmo nero. Roma. Resinotipia o resinopigmentipia
Art photo. Manhattan. Resinotipia