Paolo Grassi

Paolo Grassi nasce in Toscana a Carrara nel 1961. Sin dall’infanzia frequenta i laboratori di lavorazione del marmo, dove ha modo di vedere come nasce la scultura che Michelangelo definiva arte “che si fa per forza di levare”. E’ in questo periodo che sviluppa la concezione della fotografia come processo di rimozione del superfluo.

Nella metà degli anni ’70 del ‘900 inizia un percorso artistico che utilizza il linguaggio fotografico come strumento di ricerche legate ai temi grafici del paesaggio e delle persone.

Paolo Grassi si laurea in architettura nel 1988 all’Università di Firenze con il professor Alberto Breschi, con una tesi sull’archeologia industriale. Negli anni successivi affianca il lavoro di architetto alla ricerca fotografica sviluppando una serie di temi artistici dedicati alla lettura del paesaggio e al colore nelle città.
Nel 2016 mette a punto un nuovo metodo di stampa fotografica denominato “resino-pigmentype”. Utilizzando tale processo realizza opere monocromatiche stampate su carta per acquerello sensibilizzata e trattata manualmente creando effetti sorprendenti e stampe sempre diverse le une dalle altre.

Per circa 15 anni esplora fotograficamente gli elementi della natura e le persone attraverso il filtro della pellicola fotografica con un corredo reflex 35mm (Olympus OM1) che grazie alla compattezza lo accompagna quotidianamente e per molti anni nella sua ricerca visiva.
Molte immagini rimangono fissate sulla pellicola e solo una piccola parte viene stampata personalmente in bianco e nero in camera oscura.

Significativa di questo periodo è la ricerca fotografica svolta in Sardegna nel 1979 (anno del rapimento in Gallura del cantautore Fabrizio De André) dove ha interpretato e documentato in bianco e nero l’ambiente, le tradizioni e volti delle persone.

 

Paolo Grassi fotografo d'arte - Art photographer
Paolo Grassi is born in Tuscany and begins to photograph very young and analytically since 1976, after studying photographic technique and lighting from the experiences of Andreas Feininger and Ansel Adams.
For about 15 years, Paolo Grassi photographed the elements of nature and people through the photographic film filter with a 35mm reflex kit (Olympus OM1) that thanks to his compactness he accompanies him daily and for many years in his visual search.
Many images remain attached to the film and only a small part is personally printed in black and white in a dark room.

Significant of this period is the photographic research carried out in Sardinia in 1979 (the year of the abduction of Gallura by the singer-songwriter Fabrizio De André) where he interpreted and documented in black and white the environment, traditions and faces of the people.

Dettaglio di una stampa in resino-pigmentype. E’ visibile la trama della carta per acquerello e il pigmento in granuli che forma l’immagine.

Multimedialità

e linguaggio visivo

A partire dal 1980, apprendendo la tecnica dei sistemi audiovisivi basati sull’utilizzo dell’immagine e del suono, Paolo Grassi si impadronisce del linguaggio che lo porterà alla realizzazione di audiovisivi per la diffusione della multimedialità in ambito scolastico e artistico.

Sempre nel 1980 Paolo Grassi si iscrive alla facoltà di architettura di Firenze dove studia il linguaggio visivo e la semiotica sui testi di Umberto Eco e dove ha modo di utilizzare la fotografia per analizzare i segni e i simboli presenti nello spazio urbano.

Durante il periodo universitario, il respiro internazionale dell’ambiente fiorentino gli permette di confrontarsi con colleghi e artisti di varie nazionalità, avendo così l’opportunità di assimilare diversi metodi, stili e culture. I suoi interessi spaziano dalla storia dell’architettura, all’arte, alla fotografia e al cinema, settori dai quali trae ispirazione per la sua attività artistica e nella realizzazione delle “photo art”.

Si laurea col massimo dei voti e lode presentando una tesi di archeologia industriale – mediante un sistema audiovisivo, innovativo per l’epoca – riguardante un progetto per la realizzazione di un albergo nel recupero di un’antica fornace di laterizi.

Nel 1989 realizza una ricerca fotografica sul paesaggio, l’architettura e l’ambiente naturale della Versilia effettuando una serie di scatti su pellicola invertibile di formato 6×7 cm, fotogrammi che verranno digitalizzati per poi essere stampati su carta.

Diversi viaggi in Europa e America lo portano a interpretare fotograficamente l’architettura e i segni delle città.

Multimedia
and visual language

Since 1980, learning the technique of audiovisual systems based on image and sound usage, Paolo Grassi takes over the language that will lead him to the realization of audiovisuals for the diffusion of multimedia in the school and artistic field.

Also in 1980 he enrolled in the faculty of architecture of Florence where he studied visual and semiotic language on the texts of Umberto Eco and where he uses the photograph to analyze the signs and symbols in the urban space.

During the university period, the international breath of the Florentine environment allows him to confront with colleagues and artists of various nationalities, thus having the opportunity to assimilate different methods, styles and cultures. His interests span from the history of architecture, art, photography and cinema, where he inspires inspiration for his artistic activity and the realization of “photo art”.

He graduated with a high degree of praise and praise by presenting an industrial archeology thesis – through an innovative audiovisual system for the time – concerning a project for the construction of a hotel in the recovery of an old brick furnace.

In 1989 she made a photographic search of the landscape, architecture and natural environment of Versilia by taking a series of shots on 6×7 cm invertible film, frames that will be digitized and then printed on paper.

Several journeys in Europe and America lead him to photograpically portray architecture and city signs.

Arte e ambiente

L’interesse al rapporto fra arte e ambiente urbano sono alla base della sua collaborazione con lo scultore Jiménez Deredia, amico e compagno di studi universitari, oggi noto a livello internazionale. Da questo sodalizio nascono uno studio per l’inserimento di un’opera scultorea in un edificio pubblico di La Spezia e soprattutto il progetto di un parco di sculture a San Josè in Costarica.

Nel descrivere questo progetto per il parco delle sculture di San Josè, Pierre Restany in “Jimènez Deredia e la sua leggenda” scrive:

“(…) Si tratta della sistemazione della vasta superficie piana della pista di atterraggio [del vecchio aeroporto di San Josè del Costarica, n.d.r.] e delle sue banchine di sosta.
I progetti mi arrivano per posta elettronica. La memoria storica è sottolineata d’emblèe da una struttura metallica a forma di quattro archi collegati da una trama lineare di piani orizzontali sovrapposti, che evocano la densità delle ali di aereo impegnate nelle operazioni di atterraggio e decollo. (…)”
“(…) C’è veramente lo spazio per esporre il più ampio ventaglio di opere della scultura pubblica del paese, nel quadro del rinnovamento culturale annunciato dalla mitologia sincretica neo-boruca. (…)”

Art and Environment

Interest in the relationship between art and the urban environment is at the heart of his collaboration with the sculptor Jiménez Deredia, a friend and fellow student of the university, now known internationally. From this association there is a study for the insertion of a sculptural work in a public building in La Spezia and, above all, the design of a sculpture park in San Josè in Costa Rica.

In describing this project for St. Josè’s sculpture park Pierre Restany in “Jimènez Deredia and his legend” writes:

“(…) This is the arrangement of the vast flat surface of the landing track [of the old San José airport of Costa Rica] and its quaysides.
Projects arrive by email. Historical memory is emblemed by a four-string metal structure connected by a linear plot of overlapping horizontal planes evoking the density of aircraft wings engaged in landing and take-off operations. (…) “
“There is really room to expose the broadest range of works in the country’s sculpture, as part of the cultural renewal announced by neo-bourgeois syncretic mythology. (…) “

Luce e mare

Nel 2003 Paolo Grassi passa dal sistema fotografico di ripresa tradizionale, a base di sali d’argento al sistema di ripresa digitale.

Studia l’illuminotecnica applicata all’architettura e approfondisce la teoria della luce, i suoi effetti e le tecniche di illuminazione che egli applicherà anche in ambito fotografico per le “photo art”. Questi studi lo portano all’utilizzo del fotometro per la misura dell’intensità e della gamma di contrasto delle scene.

Vive in Liguria con la moglie tra Lerici e Porto Venere, nel suggestivo scenario del Golfo dei Poeti, in una casa di sua progettazione e realizzazione.

Light and sea

In 2003, Paolo Grassi moved from the traditional photo shoot system, based on silver salts to the digital shoot system.

He studied lighting technology applied to architecture and deepened the theory of light, its effects and lighting techniques that he will apply in photographic photography for “photo art”. These studies lead to the use of the photometer to measure the intensity and contrast range of the scenes.

Lives in Liguria with his wife between Lerici and Porto Venere, in the scenic scenery of the Gulf of Poets, in a home of his design and realization.